Lettera al Presidente Napolitano

ValleVirtuosa ha indirizzato una lettera aperta al Presidente della Repubblica. Ecco il testo integrale.

Al Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale
00187 ROMA
Oggetto: Lettera aperta al Presidente della Repubblica sul ricorso A.N.I.D.A., con il quale è richiesto l’annullamento della deliberazione della Commissione regionale valdostana per i procedimenti referendari, in data 20/09/2011, che stabilisce l’ammissibilità della proposta di legge di iniziativa popolare da sottoporre a Referendum propositivo, inerente la gestione dei rifiuti in Valle d’Aosta.
Signor Presidente,
ci rivolgiamo a Lei sia per il suo ruolo di garante del rispetto dei principi costituzionali, sia poiché l’istituzione da lei rappresentata è stata chiamata a pronunciarsi in sede giudiziaria: l’A.N.I.D.A., Associazione Nazionale Imprese Difesa Ambiente, aderente a Confindustria, ha presentato ricorso alla Presidenza della Repubblica per annullare e bloccare l’iter del Referendum propositivo, inerente la gestione dei rifiuti, attualmente in fase di regolare svolgimento in Valle D’Aosta.
Siamo un gruppo di un centinaio di persone tra amministratori comunali e cittadini valdostani. Nella primavera del 2011 abbiamo dato vita al Comitato Valle Virtuosa, oggi Associazione, che si occupa del tema dei rifiuti e della loro gestione, in relazione al territorio valdostano e con particolare riferimento alla tutela della salute.
In Valle d’Aosta i rifiuti sono stati smaltiti per anni, e tuttora lo sono, in una discarica situata nel comune di Brissogne, nei pressi di Aosta, dove vengono conferiti i rifiuti solidi urbani dell’intera Valle. La raccolta differenziata si attesta al 41,6% (dato relativo al 2010).A tutt’oggi non si attua sul territorio regionale il compostaggio organizzato, per cui la parte umida dei rifiuti (circa il 20% del totale) viene conferita in discarica, che è in esaurimento. L’Amministrazione regionale valdostana ha quindi provveduto, emanando un bando di gara per la realizzazione di un pirogassificatore. Tale impianto è equiparato, sia dal punto di vista normativo, sia da quello tecnico, ad un inceneritore: si tratta di trattamento a caldo dei rifiuti con inevitabili emissioni inquinanti nell’ambiente (gas, polveri, fanghi e residui pericolosi). E’ una soluzione che noi riteniamo sbagliata, perché, oltre a non consentire il raggiungimento degli obiettivi di legge, non permette di attuare modalità gestionali e di utilizzare tecnologie più rispettose della salute; inoltre, ostacolerebbe una migliore gestione dei rifiuti, basata sul recupero di materia, anziché di sola energia.
Come ben noto, in tema di rifiuti il legislatore europeo ed italiano ha chiaramente indicato la gerarchia: Riduzione, Riuso, Riciclo, Recupero queste le 4 R che rappresentano l’ordine di priorità stabilito dalla legge. Si è mosso su questa linea anche il legislatore locale quando ha recepito l’obiettivo del raggiungimento del 65% di raccolta differenziata entro la fine del 2012.
Ma impianti quali inceneritori e pirogassificatori, specie se sovradimensionati rispetto alle esigenze di un territorio, compromettono gravemente la possibilità di rispettare quegli obiettivi di legge. Il pirogassificatore valdostano è progettato per 59.500 tonnellate di rifiuti annue, ma se si rispettasse la normativa vigente, recuperando anche la frazione umida dei nostri rifiuti, si otterrebbe sin d’ora una quantità inferiore a 25.000 t/annue, che renderebbe la realizzazione dell’impianto non appetibile dal punto di vista economico. Un piano regionale di riduzione dei rifiuti, a tutt’oggi mancante, diminuirebbe ulteriormente la frazione residua da smaltire.
Una volta realizzati con enormi costi a carico della comunità, gli impianti a caldo devono funzionare a regime, quindi richiedono ingenti quantità di rifiuti. Una logica a nostro parere assurda, dannosa per la salute pubblica e incongruente rispetto agli obiettivi di legge. In riferimento al territorio valdostano occorre poi sottolineare che l’impatto di un impianto di incenerimento sarebbe ben più dannoso che altrove, poiché la conformazione geo-morfologica della vallata centrale non consente la dispersione degli inquinanti ed inoltre, il fenomeno climatico dell’inversione termica invernale schiaccia sul fondo valle lo smog aggravandone l’effetto. Questo il motivo per cui la Commissione europea, nella Guida per la gestione dei rifiuti in aree di montagna (2000), raccomanda di evitare i trattamenti a caldo nelle aree montane.
Tra maggio e giugno 2011, Valle Virtuosa ha promosso una petizione che ha raccolto 11.000 firme di valdostani preoccupati dalla prospettiva indicata dall’Amministrazione regionale. Tuttavia, nonostante il numero elevato di firmatari (la Valle conta in tutto 125.000 abitanti) l’Amministrazione non ha mai accettato di dar seguito alla richiesta di un confronto super partes, condotto con metodi scientifici, che permettesse di comparare oggettivamente il pirogassificatore con i sistemi a freddo (trattamenti meccanico-biologico e compostaggio), questi ultimi adottati con successo in numerose località italiane quali, ad esempio, il consorzio TV2-TV3 in provincia di Treviso, la provincia di Lucca e quella di Ancona.
Perciò Valle Virtuosa ha intrapreso la via della proposta di legge di iniziativa popolare da sottoporre a referendum propositivo, al fine di modificare la l.r. 31/2007, in materia di gestione dei rifiuti, chiedendo di non realizzare impianti di smaltimento a caldo, bensì di migliorare la gestione e di utilizzare solo trattamenti meccanici e a freddo, più adatti al contesto locale e con minori emissioni.
Il quesito referendario è stato dichiarato ammissibile con deliberazione della Commissione regionale valdostana per i procedimenti referendari (composta dai Proff. Alfonso Di Giovine, Mario Dogliani e Michele Antonio Fino), in data 20 settembre 2011, che ha individuato la tutela della salute come principale principio ispiratore della proposta di legge. Si è quindi attivata la raccolta delle firme necessarie: 7.369 firme autenticate (2.000 in più di quelle richieste) sono state dichiarate valide dalla Presidenza del Consiglio regionale valdostano (Verbale pubblicato sul BUR del 24/01/12).
L’iter procede quindi regolarmente, ma c’è chi lo vuole fermare. L’Asso-Consum Onlus, “associazione per la difesa dei consumatori e dell’eco-ambiente”, esterna alla Valle, è ricorsa al TAR valdostano nel novembre scorso. Successivamente interviene l’A.N.I.D.A, che presenta il ricorso a Lei indirizzato.
All’A.N.I.D.A. aderiscono le maggiori imprese costruttrici di impianti di incenerimento, tra le quali la Gea srl. e la Rea Dalmine spa, che compongono insieme ad altre aziende l’unico raggruppamento temporaneo di imprese rimasto in lizza nella gara dell’appalto da 225 milioni di euro per la costruzione del pirogassificatore valdostano. Si tenga conto che L’A.N.I.D.A ha presentato nel 2008 il Piano Nazionale Termovalorizzatori, un piano industriale con cui punta alla costruzione di 50 impianti in tutta Italia da qui al 2020, con un investimento di 10 miliardi di euro …
Signor Presidente, l’A.N.I.D.A tramite il ricorso a Lei rivolto dichiara di voler tutelare gli interessi di categoria dei suoi associati, ma tale richiesta porta a limitare e a sospendere il diritto di una comunità ad esprimersi su una questione cruciale per il proprio futuro. Il pur legittimo interesse privato delle imprese aderenti ad A.N.I.D.A viene a collidere con il diritto dei cittadini valdostani all’esercizio del Referendum propositivo, previsto dal loro Statuto Speciale, per la difesa del bene comune e della tutela della salute.
All’indomani della storica sentenza Eternit, chiediamo con forza che la difesa della salute sia la prima ratio ispiratrice del legislatore e delle scelte della politica. E che, a parità di efficacia e praticabilità delle tecnologie, sia sempre preferita quella meno inquinante e più rispettosa della salute dell’uomo e dell’ambiente, nell’esclusiva ottica del bene comune. Il rispetto del principio di precauzione deve far prendere in seria considerazione i ripetuti allarmi diffusi da una parte della comunità scientifica sulla pericolosità di scelte tecnologiche che aumentano gli inquinanti in atmosfera. Perché si possano intraprendere le scelte giuste fin da subito e non quando, purtroppo, è ormai tardi ed i danni non più riparabili.
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