Innanzitutto è necessario parlare della relazione costi/porta a porta: il dirigente Framarin lascia intendere che fare il porta a porta e separare la frazione organica, faccia lievitare i prezzi, perché il sistema di raccolta risulta più complesso e dispendioso. Il dott. Framarin, evidentemente, non ha partecipato ai numerosi convegni proposti nel dopo referendum, né ha parlato con i consiglieri regionali, che hanno visitato altre realtà italiane simili alla nostra dove, applicando correttamente quegli stessi strumenti, le tariffe dei rifiuti per il cittadino risultano 1⁄3 delle nostre.
Pertanto l’equazione: raccolta porta a porta = più costi è FALSA!
Laddove poi vengono citati i costi di smaltimento, ecco che si scoperchia un bel vaso di Pandora.
Il costo della nostra discarica è tra i più bassi d’Italia. Come è possibile? Tutto ciò è frutto di una sciagurata legge regionale (63/1987) che affida il monopolio della gestione di tutti i rifiuti (differenziati e non) ad un’unica società (Valeco).
I costi sono stati artificiosamente tenuti bassi e questo da un lato ha impedito che si instaurasse il circolo virtuoso che incentiva la raccolta differenziata; dall’altro ha portato la nostra discarica a crescere in maniera smisurata ed ecco che ora, obbligatoriamente, i prezzi di conferimento esplodono. Aumenteranno ancora, di molto, perché lo spazio è esaurito a causa dei ritardi e della mala gestione L’applicazione del porta a porta e della raccolta dell’organico avrebbero impedito questo scempio ma volutamente non sono state introdotte.
Il meccanismo è noto ed ampiamente sperimentato. Come dimostrano le emblematiche esperienze fatte nel Lazio ed in Campania basse tariffe di conferimento in discarica impediscono il decollo della raccolta differenziata a vantaggio dei gestori delle discariche che conseguono guadagni consistenti e sicuri grazie ad un ininterrotto flusso di tal quale.
In Valle d’Aosta, infatti, nonostante il porta a porta ad Aosta e in alcuni comuni a macchia di leopardo (rigorosamente senza la raccolta dell’organico) la RD è ferma da anni al 46% (si sarebbe dovuto raggiungere il 65% entro il 2012).
Ora vorrebbero far credere ai cittadini che per colpa di chi ha a cuore il nostro ambiente e la nostra salute (nonché il nostro portafogli), i costi stanno aumentando. Ebbene non è così.
Per legge le tariffe pagate dagli utenti devono coprire interamente i costi del sistema di gestione dei rifiuti. La ragione per cui si è imposta la sopraccitata regola è quella di responsabilizzare gli amministratori consentendo ai cittadini di controllare la bontà del loro operato.
E’ evidente infatti che, se il sistema di gestione dei rifiuti è efficiente (ben progettato e amministrato nell’interesse esclusivo degli utenti), le tariffe saranno basse, mentre se il sistema è inefficiente (governato in modo clientelare e parassitario) i costi saranno alti.
Inoltre, onde evitare facili esternazioni, da parte dei nostalgici dell’incenerimento, apprendiamo dai quotidiani locali, che la splendida Chamonix, che spesso prendiamo a modello, risulta avere un livello di inquinamento più alto della città di Parigi. Amministratori infuriati sono in rivolta e chiedono di chiudere l’impianto di incenerimento, colpevole di disperdere veleni in una valle bellissima, ma chiusa, dove gli inquinanti non possono disperdersi. Ci ricorda qualcosa?
Invitiamo pertanto i tecnici comunali e regionali a dare uno sguardo al resto del mondo: le pratiche virtuose come la tariffa puntuale, il porta a porta, la separazione dell’organico e la raccolta differenziata spinta, ovunque applicate hanno portato ad un abbattimento dei costi, sia per le amministrazioni, ma soprattutto per la bolletta dei cittadini.
Il Comitato Si Può Fare



